Cos’è il FSE

IL FONDO SOCIALE EUROPEO (FSE) NEL 2014-2020

Il FSE è uno dei cinque Fondi strutturali e di investimento europei (ESIF). Dal 2014, gli ESIF operano all’interno di un quadro comune e perseguono obiettivi politici complementari. Questi fondi rappresentano la principale fonte di investimenti dell’Unione per favorire la ripresa economica degli Stati membri e incrementare la crescita occupazionale, garantendo al contempo lo sviluppo sostenibile, in linea con gli obiettivi di Europa 2020.

Il FSE è il principale strumento utilizzato dall’UE per sostenere l’occupazione, aiutare i cittadini a trovare posti di lavoro migliori e assicurare opportunità lavorative più eque per tutti. A questo fine, il FSE investe nel capitale umano dell’Europa: i lavoratori, i giovani e chi è alla ricerca di un lavoro.

 

Quali sono gli obiettivi del FSE nel periodo 2014-2020?

Inserimento lavorativo: il FSE collaborerà con organizzazioni di tutta l’UE per avviare progetti mirati a formare i cittadini e ad aiutarli a trovare un’occupazione. Troveranno appoggio anche le iniziative tese a sostenere gli imprenditori tramite fondi di avviamento e le aziende che devono affrontare una riorganizzazione o la qualificazione dei lavoratori. Aiutare i giovani a entrare nel mercato del lavoro costituirà una priorità  del FSE in tutti gli Stati membri.

Inclusione sociale: assicurare ai cittadini un posto di lavoro è il metodo più efficace per garantire loro indipendenza e sicurezza finanziaria e per svilupparne il senso di appartenenza. Il FSE continuerà a finanziare progetti che mirano a fornire alle persone in difficoltà e a chi appartiene a gruppi svantaggiati le competenze necessarie per trovare lavoro e usufruire delle stesse opportunità riservate agli altri.

Istruzione migliore: il FSE finanzia in tutta l’UE iniziative volte a migliorare l’istruzione e la formazione e ad assicurare che i giovani completino il loro percorso formativo e ottengano competenze in grado di renderli più competitivi sul mercato del lavoro. Tra le priorità troviamo anche la riduzione del tasso di abbandono scolastico ed il miglioramento delle opportunità di istruzione professionale ed universitaria.

Una pubblica amministrazione migliore: il FSE asseconderà gli sforzi profusi dagli Stati membri per il miglioramento della qualità della governance e dell’amministrazione pubblica e sosterrà le loro riforme strutturali dotandoli delle capacità amministrative ed istituzionali necessarie.

 

Quali sono i principali cambiamenti del FSE nel periodo 2014-2020?

Dal 2014, il ruolo del FSE verrà rafforzato mediante:

– una maggiore attenzione alla lotta alla disoccupazione giovanile. L’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile aiuterà i giovani disoccupati e al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione nelle regioni con un livello di disoccupazione giovanile superiore al 25%;

– lo stanziamento di almeno il 20% dei finanziamenti a favore dell’inclusione sociale, attraverso il quale le persone in difficoltà e coloro che appartengono a gruppi svantaggiati riceveranno maggiore sostegno affinché possano usufruire delle stesse opportunità di integrazione nella società riservate agli altri cittadini;

– la promozione dell’uguaglianza di genere e delle pari opportunità per tutti senza alcuna discriminazione che sarà parte integrante di tutte le azioni e verrà inoltre sostenuta con iniziative specifiche;

– la concentrazione dei finanziamenti per ottenere risultati indirizzando i propri interventi su un numero limitato di priorità; il FSE intende garantire una massa critica di finanziamenti abbastanza elevata da avere un impatto reale sulle principali sfide affrontate dagli Stati membri;

– il maggiore sostegno all’innovazione sociale, ovvero al collaudo ed alla proiezione su scala di soluzioni innovative mirate a soddisfare esigenze sociali, occupazionali e formative;

– la stretta collaborazione con enti pubblici, parti sociali ed organizzazioni in rappresentanza della società civile a livello nazionale, regionale e locale nell’arco di tutto il ciclo del programma;

– l’applicazione di regole innovative di gestione volte a semplificare l’attuazione dei progetti e a garantire maggiore attenzione sui risultati.

 

PROGRAMMAZIONE DELL’UNIONE EUROPEA 2014-2020


L’Unione europea in data 17.12.2013 ha approvato i nuovi regolamenti per la politica di coesione da sviluppare nel periodo 2014-2020 investendo 325 miliardi di euro.
Tenendo conto del contributo finanziario di ciascun Stato membro e dell’effetto leva degli strumenti finanziari, le risorse movimentate dovrebbero superare i 500 miliardi di euro.
Gli obiettivi da raggiungere, in stretta coerenza con la strategia Europa 2020, riguardano la crescita e l’occupazione; saranno, altresì, affrontate le problematiche inerenti il cambiamento climatico, la dipendenza energetica e l’esclusione sociale.
Il pacchetto legislativo emanato introduce importanti cambiamenti in quanto crea un forte coordinamento della programmazione dei fondi comunitari coinvolti: FESR (Fondo europeo di sviluppo regionale), FSE (Fondo sociale europeo), Fondo di Coesione, FEASR (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) e FEAMP (Fondo europeo per gli affari marittimi e per la pesca).

I punti cardine della riforma sono:

– Investire in tutte le regioni dell’UE e adattare il livello di sostegno e il contributo nazionale (tasso di cofinanziamento) ai loro livelli di sviluppo.

– Indirizzare le risorse sui settori chiave per la crescita: Circa 100 miliardi di euro saranno destinati agli investimenti del FESR e concentrati su 4 priorità chiave: innovazione e ricerca, agenda digitale, sostegno alle piccole e medie imprese (PMI) ed economia a bassa emissione di carbonio. Circa 66 miliardi di euro saranno destinati, per il tramite del Fondo di coesione, alla priorità Reti transeuropee di trasporto nonché a progetti per l’infrastruttura ambientale chiave. Almeno 70 miliardi di euro saranno programmati dal FSE a favore della politica di coesione sostenendo le priorità dell’Unione in tema di occupazione (ad esempio mediante azioni di formazione e di apprendimento permanente), di istruzione e di inclusione sociale (almeno il 20% dovrà essere impiegato per questo obiettivo). La nuova iniziativa a favore dell’occupazione giovanile, del valore di almeno 6 miliardi di euro, correlata al FSE, sosterrà l’implementazione della garanzia per i giovani.

– Stabilire obiettivi chiari, trasparenti e misurabili e parametri di responsabilità e di risultato: i Paesi e le Regioni dovranno dichiarare sin dall’inizio quali obiettivi intendono raggiungere con le risorse disponibili e le modalità di monitoraggio. I programmi che presenteranno i migliori risultati, verso la fine del periodo, saranno destinatari di finanziamenti addizionali (riserva di efficacia ed efficienza).

– Definire le condizioni prima della destinazione dei finanziamenti in modo da assicurare investimenti più efficaci: ad esempio, le strategie di “specializzazione intelligente” volte a identificare i punti di forza particolari e le potenzialità, le riforme favorevoli all’imprenditoria, le strategie dei trasporti, le misure per migliorare i sistemi di appalti pubblici, il rispetto delle normative ambientali e le strategie di lotta contro la disoccupazione e contro la dispersione scolastica o quelle a promozione della parità tra i generi e della non-discriminazione sono tutte precondizioni irrinunciabili.

– Definire una strategia comune per assicurare un migliore coordinamento ed evitare le sovrapposizioni: il quadro strategico comune costituisce la base per un migliore coordinamento tra i Fondi strutturali e di investimento europei. Tale quadro consentirà, inoltre, di assicurare un migliore collegamento con altri strumenti dell’UE.
Ridurre la burocrazia e semplificare l’uso degli investimenti dell’Unione attraverso un insieme comune di regole per tutti i Fondi strutturali e di investimento europei nonché regole di contabilità più semplici e un maggior uso delle tecnologie digitali (“e-cohesion”).

– Accrescere la dimensione urbana della politica stanziando un importo minimo delle risorse a valere sul FESR per progetti integrati nelle città.

– Rafforzare la cooperazione transfrontaliera e agevolare la costituzione di un maggior numero di progetti transfrontalieri.

– Assicurare che la politica di coesione sia meglio correlata alla più ampia governance economica dell’UE: i programmi dovranno essere coerenti con i programmi di riforma nazionali e dovranno affrontare le riforme pertinenti identificate nelle raccomandazioni per paese nel contesto del semestre europeo.

– Incoraggiare l’uso degli strumenti finanziari per dare alle PMI maggiore sostegno e accesso al credito: i prestiti, le garanzie e il capitale netto/di rischio riceveranno un sostegno dai fondi dell’UE sulla base di regole comuni, allargando le possibilità del loro uso e erogando incentivi. L’accento posto sui prestiti piuttosto che sulle sovvenzioni dovrebbe migliorare la qualità dei progetti e scoraggiare la dipendenza dalle sovvenzioni.

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