EURONEWS / Ue: più fondi per giovani e migranti, tagli agricoltura
Ecco le proposte di Juncker sul nuovo bilancio
(ANSA) – BRUXELLES, 2 MAG – L’Europa che verrà dopo il 2020
avrà meno bisogno di sostenere l’agricoltura e di aiutare i
Paesi rimasti indietro a raggiungere gli altri, perché la
crescita degli ultimi anni li ha fatti balzare in avanti. Avrà
invece più bisogno di investire sui giovani, per contrastare il
populismo alla radice, e di pattugliare le sue frontiere per
controllare i flussi di migranti che i Paesi dell’Ue faticano a
gestire. Dovrà poi aiutare chi rispetta le regole comuni (su
migranti, economia) e penalizzare chi viola quelle dello Stato
di diritto. E’ con questa filosofia che la Commissione europea
di Jean Claude Juncker ha definito il prossimo bilancio
pluriennale dell’Unione europea, il primo post Brexit che copre
il settennato dal 2021 al 2027. L’ammontare complessivo sale a
1.279 miliardi di euro dai 1.000 miliardi del vecchio budget,
nonostante ci sia anche il buco di 15 miliardi all’anno del
Regno Unito da colmare. E molti Governi già hanno bocciato
l’aumento dello sforzo che gli si prospetta.
Bruxelles ha voluto presentare la sua proposta in anticipo
sulla tabella di marcia (un accordo è necessario solo entro fine
2019) per far partire il prima possibile il negoziato che da
sempre è lo scoglio più alto. Ed ha dovuto rivedere le priorità
dell’Unione, in certi casi cambiate radicalmente negli ultimi
anni. Come dimostra la nuova necessità di spendere di più per
migranti (le risorse saranno più che raddoppiate), finanziare il
progetto di difesa comune (con 20 miliardi assegnati a un fondo
nuovo di zecca), contrastare la disoccupazione giovanile
(Erasmus aumenta i fondi di 2,2 volte), occuparsi della
sicurezza e spingere su digitale e ricerca per essere
competitivi su scala globale. Si tratta di un aumento totale di
risorse in questi settori pari a 109 miliardi di euro.
A rimetterci, sono i capitoli di spesa tradizionali. Non è
“una riduzione massiccia, non è un massacro né per la Pac né per
la coesione”, spiega Juncker, invitando a guardare “le nuove
politiche che finanziamo, il raddoppio per Erasmus o la
migrazione e l’aumento per la ricerca sono notevoli”. La
politica agricola comune (Pac) perde il 5%, i fondi di coesione,
quelli che aiutano i Paesi rimasti indietro, scendono del 7%. Ma
la sforbiciata sui pagamenti diretti agli agricoltori, da sempre
il capitolo che interessa di più, calano solo del 4%, sottolinea
il commissario al Bilancio Gunter Oettinger.
Il nuovo bilancio penserà anche ad aiutare l’Eurozona, per un
totale di 55 miliardi. Trenta andranno a un Fondo di
stabilizzazione degli investimenti, che interverrà nei Paesi
colpiti da una crisi per mantenere costante il livello di
investimenti pubblici tramite prestiti garantiti dal bilancio
Ue. Gli altri 25 verranno assegnati a chi farà le riforme
strutturali indicate dalla Commissione e per assicurare la
convergenza per quelli che adotteranno l’euro.
Dal nuovo ciclo Bruxelles propone anche di abolire tutti gli
‘sconti’ di cui beneficiano diversi Paesi oltre al Regno Unito,
e di introdurre anche una ‘condizionalità’, annunciata da tempo:
i fondi Ue saranno legati al rispetto dello stato di diritto. La
Commissione propone l’eventuale stop, proporzionato alla
violazione, e il Consiglio deve approvarlo o respingerlo. Uno
strumento a cui si oppongono i Paesi dell’Est, contrari anche al
taglio dei fondi di coesione, essendone fino ad oggi i maggiori
beneficiari. Ma il fronte delle critiche è molto ampio: il
premier olandese e quello danese si sono già detti contrari
all’aumento del bilancio, la Francia respinge il taglio della
Pac.(ANSA).