INDICE: 1. La Nuova PAC, 2. Il Quadro normativo, 3. Le Strategie, 4. Il Piano strategico nazionale (PSN) 5. Spunti di interesse
LA NUOVA PAC |
Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno raggiunto un accordo politico che introduce una politica agricola comune (PAC) più equa, più verde, più rispettosa del benessere degli animali e più flessibile. La nuova PAC prevede obiettivi ambientali e climatici più ambiziosi, in linea con il Green Deal, e una distribuzione più equa del sostegno, in particolare per le piccole e medie aziende agricole a conduzione familiare e per i giovani agricoltori
La nuova PAC entrerà in vigore il 1° gennaio 2023, aprendo il ciclo quinquennale di programmazione 2023-2027
UNA PAC PIÙ EQUA
- Per la prima volta, la PAC farà proprio il principio della condizionalità sociale, in virtù del quale i beneficiari dovranno rispettare norme europee di diritto sociale e del lavoro per poter ricevere fondi della PAC
- La ridistribuzione del sostegno al reddito sarà obbligatoria. Gli Stati membri ridistribuiranno almeno il 10 % a vantaggio delle aziende agricole più piccole e devono descrivere nel loro piano strategico come intendono farlo
- Il livello minimo obbligatorio del sostegno ai giovani agricoltori passerà al 3 % dei fondi degli Stati membri assegnati al sostegno al reddito dei giovani agricoltori (al di sotto dei 40 anni) a titolo della PAC, in forma, ad esempio, di sostegno al reddito, agli investimenti o all’avviamento di nuove attività imprenditoriali
UNA PAC PIÙ VERDE
La nuova PAC prevede misure di sostegno per la transizione verso un’agricoltura più sostenibile e più ambiziosa in materia di clima, ambiente e benessere degli animali. In questo modo potrà essere attuata tramite i piani strategici nazionali in sintonia con il Green Deal e le sue strategie sulla biodiversità e “dal produttore al consumatore”. Introduce anche nuovi strumenti che, insieme ai nuovi metodi di lavoro, permetteranno prestazioni più efficienti e mirate a livello di ambiente, clima e benessere degli animali:
- Coerenza con il Green Deal europeo: La nuova PAC si integrerà pienamente nella legislazione dell’UE in materia di ambiente e clima. I piani della PAC contribuiranno agli obiettivi delle strategie sulla biodiversità e “Dal produttore al consumatore” e saranno aggiornati per tenere conto dell’evoluzione legislativa in materia di clima e ambiente derivante dal Green Deal europeo
- La condizionalità: i requisiti minimi che dovranno rispettare i beneficiari della PAC per avere accesso ai fondi sono ora più ambiziosi. Ad esempio, ogni azienda agricola dovrà destinare almeno il 3 % dei seminativi alla biodiversità e agli elementi non produttivi, con la possibilità arrivare al 7 % con un sostegno aggiuntivo nell’ambito dei regimi ecologici. Tutte le zone umide e torbiere saranno protette
- Almeno il 35 % dei fondi per lo sviluppo rurale sarà assegnato a impegni agroambientali che promuovono pratiche rispettose dell’ambiente, del clima e del benessere degli animali
UNA PAC PIÙ FLESSIBILE
La nuova PAC introduce un nuovo metodo di lavoro, in base al quale ciascuno Stato membro elaborerà un piano strategico nazionale in cui si descrive come si intenda conseguire gli obiettivi della PAC e quelli del Green Deal descritti nelle strategie “Dal produttore al consumatore” e sulla biodiversità
- Regole più semplici a livello dell’UE
- Una relazione annuale sull’efficacia dell’attuazione che gli Stati membri dovranno presentare alla Commissione a partire dal 2024, accompagnata da una riunione annuale di riesame
- Una serie di indicatori comuni atti a monitorare l’attuazione della PAC e valutare la prestazione dei piani strategici nazionali
LE STRATEGIE |
FARM TO FORK
Una strategia “Dal produttore al consumatore” per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente. Si tratta di un’opportunità per migliorare gli stili di vita, la salute e l’ambiente
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IL FUTURO DELL’ALIMENTAZIONE E DELL’AGRICOLTURA
Il settore agricolo e le zone rurali dell’UE contribuiscono in modo fondamentale al benessere e al futuro dell’Unione. L’UE è uno dei principali produttori mondiali di prodotti alimentari, e garantisce sicurezza alimentare a oltre 500 milioni di cittadini europei. Gli agricoltori dell’UE sono i primi custodi dell’ambiente naturale, in quanto curano le risorse del suolo, dell’acqua, dell’aria e della biodiversità sul 48 % del territorio dell’UE
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NUOVA STRATEGIA DELL’UE PER LE FORESTE PER IL 2030
Le foreste e le altre superfici boschive coprono oltre il 43,5 % del territorio dell’UE e sono essenziali per la salute e il benessere di tutti gli europei. Da loro dipendiamo per l’aria che respiriamo e l’acqua che beviamo e la maggior parte delle specie che popolano la terraferma nel mondo trova in esse il rifugio e l’habitat ideali, grazie alla ricca biodiversità e al sistema naturale unico che rappresentano
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STRATEGIA DELL’UE SULLA BIODIVERSITÀ PER IL 2030: RIPORTARE LA NATURA NELLA NOSTRA VITA
Dalle grandi foreste pluviali ai piccoli parchi e giardini, dalla balena azzurra ai funghi microscopici, la biodiversità è la straordinaria varietà della vita sulla Terra. La natura è importante non solo per il nostro benessere fisico e mentale, ma anche per la capacità della nostra società di far fronte ai cambiamenti globali, alle minacce per la salute e alle catastrofi. La natura ci è indispensabile
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IL PIANO STRATEGICO NAZIONALE (PSN) |
Il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ha presentato il Piano Strategico Nazionale per l’attuazione e il coordinamento dei programmi della PAC 2023-2027 alla Commissione Europea
Il Piano mette in campo una strategia unitaria, avvalendosi dei diversi strumenti a disposizione, a partire dai pagamenti diretti e dalle organizzazioni comuni di mercato, allo sviluppo rurale e al PNRR
Obiettivi del PSN sono il potenziamento della competitività del sistema in ottica sostenibile, il rafforzamento della resilienza e della vitalità dei territori rurali, la promozione del lavoro agricolo e forestale di qualità e la sicurezza sui posti di lavoro, il sostegno alla capacità di attivare scambi di conoscenza, ricerca e innovazioni e l’ottimizzazione del sistema di governance
Per arrivare al traguardo di un sistema agricolo, alimentare e forestale sostenibile e inclusivo, il Piano prevede:
Circa 10 miliardi di euro, tra primo e secondo pilastro, ad interventi con chiare finalità ambientali: in questo quadro, grande importanza assumeranno i 5 eco-schemi nazionali, a cui sarà destinato il 25% delle risorse degli aiuti diretti, che sosterranno le aziende nell’adozione di pratiche agro-ecologiche per la sostenibilità climatico-ambientale
Gli eco-schemi opereranno in sinergia con 26 interventi agro-climatico-ambientali contenuti nel secondo pilastro, con una dotazione di circa 1,5 miliardi di euro, con gli interventi a favore della forestazione sostenibile (500 milioni di euro), con una serie di investimenti produttivi, non produttivi e infrastrutturali a finalità ambientale (650 milioni di euro), con le azioni ambientali previste nell’ambito degli interventi settoriali delle organizzazioni comuni di mercato e gli investimenti ambientali del PNRR
■ 2,5 miliardi di euro all’agricoltura biologica, considerata la tecnica di produzione privilegiata per concorrere al raggiungimento di tutti gli obiettivi ambientali previsti dalle diverse strategie europee;
■ 1,8 miliardi di euro per il miglioramento delle condizioni di benessere animale ed il contrasto del fenomeno dell’antimicrobico resistenza, in attuazione della strategia Farm to Fork
A questo obiettivo concorrono sia gli eco-schemi del primo pilastro, sia gli interventi contenuti nello sviluppo rurale e nel PNRR
■ Un sistema di aiuti al reddito più equo, attraverso la progressiva perequazione del livello del sostegno al reddito che, prendendo a riferimento l’intero territorio nazionale, determina un sensibile riequilibrio nell’allocazione delle risorse dei pagamenti diretti, a vantaggio delle aree rurali intermedie e delle aree rurali con problemi di sviluppo, nonché delle zone montane e di alcune zone collinari interne. Contestualmente, il 10% della dotazione nazionale dei pagamenti diretti viene ridistribuito focalizzando l’attenzione sulle aziende medio-piccole
■ Particolare attenzione ai comparti produttivi con maggiori difficoltà, al fine di tenere conto delle sfide che alcuni settori devono affrontare, allo scopo di migliorare la qualità, la competitività e la sostenibilità dei vari processi produttivi. Una dotazione annua di circa 70 milioni di euro è destinata a sostenere il piano proteine vegetali, con l’obiettivo di ridurre il livello di dipendenza dell’Italia dall’estero e conseguire un miglioramento della sostanza organica nel suolo
■ 3 miliardi di euro per i nuovi strumenti di gestione del rischio, in modo da garantire una più ampia partecipazione degli agricoltori agli strumenti messi a disposizione per far fronte alle crescenti avversità climatiche di carattere catastrofale; al già collaudato strumento delle assicurazioni agevolate, si affianca infatti il nuovo fondo di mutualizzazione nazionale, cui concorrono anche gli agricoltori attraverso una trattenuta del 3% dei pagamenti diretti
■ Il rafforzamento della competitività delle filiere, con l’obiettivo di migliorare il posizionamento degli agricoltori lungo la catena del valore, attraverso una maggiore integrazione dei diversi attori, dalla gestione dell’offerta, all’ammodernamento delle strutture produttive. A questo obiettivo concorrono, in particolare, gli interventi settoriali dedicati ai settori vitivinicolo, ortofrutticolo, olivicolo, apistico e pataticolo
■ Un’attenzione particolare ai giovani, un patrimonio per il futuro del settore agricolo e agroalimentare; il Piano prevede di potenziare le politiche in favore dei giovani, integrando gli strumenti del primo e del secondo pilastro della PAC, in modo da mobilitare complessivamente 1.250 milioni di euro
■ Maggiore equità e sicurezza nelle condizioni di lavoro; la strategia intende promuovere il lavoro agricolo e forestale di qualità, favorendo maggiore trasparenza agli aspetti contrattuali e più sicurezza sui luoghi di lavoro. Con questo obiettivo saranno rafforzati i servizi di consulenza aziendale, da indirizzare anche all’assistenza sulle condizioni di impiego e gli obblighi dei datori di lavoro, nonché la salute e la sicurezza sul lavoro e l’assistenza sociale nelle comunità di agricoltori
■ Una nuova attenzione alle aree rurali, patrimonio di diversità da salvaguardare e valorizzare; il legame dei nostri prodotti alimentari con il territorio, i paesaggi tradizionali, il patrimonio naturale e culturale rappresentano un valore non solo per la competitività del settore, ma anche per la tenuta socio-economica del territorio
■ L’incentivazione alla diffusione della gestione forestale sostenibile, da perseguire attraverso gli strumenti della pianificazione forestale, ma anche prevedendo il sostegno a tutti gli interventi in grado di migliorare la prevenzione dai danni causati dai disturbi naturali e dagli eventi climatici estremi
■ Una nuova attenzione al sistema della conoscenza (AKIS) a servizio della competitività e della sostenibilità; al fine di supportare le imprese agricole e forestali nell’adozione di tecniche produttive più sostenibili e innovative, l’introduzione di nuove tecnologie, è stato compiuto uno sforzo importante per superare la frammentazione del sistema della conoscenza, proporre strumenti più efficaci e favorire maggiore integrazione tra consulenza, formazione, informazione e gruppi operativi per l’innovazione
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IL QUADRO NORMATIVO |
I nuovi regolamenti sulla politica agricola comune, che costituiscono gli atti di base, sono stati pubblicati nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea il 6 dicembre 2021, entreranno in vigore il 1° gennaio 2023
REGOLAMENTO (UE) 2021/2117 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO DEL 2 DICEMBRE 2021
Il regolamento modifica i regolamenti (UE) n. 1308/2013 recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli, (UE) n. 1151/2012 sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari, (UE) n. 251/2014 concernente la definizione, la designazione, la presentazione, l’etichettatura e la protezione delle indicazioni geografiche dei prodotti vitivinicoli aromatizzati e (UE) n. 228/2013 recante misure specifiche nel settore dell’agricoltura a favore delle regioni ultra periferiche dell’Unione
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REGOLAMENTO (UE) 2021/2116 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO DEL 2 DICEMBRE 2021
Finanziamento, gestione e monitoraggio della politica agricola comune. Abroga il regolamento (UE) n. 1306/2013
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REGOLAMENTO (UE) 2021/2115 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO DEL 2 DICEMBRE 2021
Norme sul sostegno ai piani strategici che gli Stati membri devono redigere nell’ambito della politica agricola comune (piani strategici della PAC) e finanziati dal Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) e dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR). Abroga i regolamenti (UE) n. 1305/2013 e (UE) n. 1307/2013
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REGOLAMENTO (UE) 2021/1060 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO DEL 24 GIUGNO 2021
Disposizioni comuni applicabili al Fondo europeo di sviluppo regionale, al Fondo sociale europeo Plus, al Fondo di coesione, al Fondo per una transizione giusta, al Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura, e le regole finanziarie applicabili a tali fondi e al Fondo Asilo, migrazione e integrazione, al Fondo Sicurezza interna e allo Strumento di sostegno finanziario per la gestione delle frontiere e la politica dei visti
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ALCUNI SPUNTI DI INTERESSE |
- Tutti i fondi della PAC (pagamenti diretti, OCM unica e Sviluppo Rurale) sono compresi in un Piano strategico unitario, elemento di novità che deve trovare un suo assetto nelle politiche nazionali e regionali (cd.“piano nazionale con elementi regionali”)
- In particolare, il settore degli aiuti diretti (ex “primo pilastro”) dovrà essere improntato a maggiore equità e linearità tra settori produttivi e tra territori. Sono previste strategie settoriali specifiche e rafforzamento delle politiche di filiera
- Viene posta inoltre una forte enfasi sulla digitalizzazione, la logistica, lo scambio dei dati, il sistema della conoscenza e della ricerca
- Il nuovo modello di gestione e attuazione prevede una maggiore autonomia e responsabilità per gli Stati membri nell’assumere scelte e priorità, ma vedrà un ruolo diverso per le Regioni (non ancora del tutto definito) che dovranno declinare scelte adottate a livello nazionale
- Sarà rafforzato il focus sui risultati e le “performance” misurabili rispetto agli interventi programmati, quindi con una chiara identificazione di obiettivi, logica di intervento, indicatori, garanzia di uso efficiente delle risorse
- Le tempistiche finali per utilizzare tutti i fondi si sposteranno dal principio del cosiddetto N+3 al principio dell’N+2, ovvero a scadenza di due anni dall’impegno dei fondi sul bilancio comunitario
Ultimo aggiornamento 22 gennaio 2022, ore 17:01