Il progetto “Social Farm” pubblicato sul sito della Commissione Europea: una buona pratica per l’inserimento lavorativo in agricoltura da parte di giovani disabili
Il sito internet della Commissione Europea, nella sezione dedicata al Fondo Sociale Europeo, presenta diversi progetti attuati nei paesi dell’Unione come esempi di buone pratiche nei campi di azione del fondo.
Il PO FSE Basilicata ha candidato il progetto “Social Farm” e, tra tanti, è stato scelto per essere pubblicato online in lingua inglese su http://ec.europa.eu con una scheda dettagliata del percorso formativo per l’inserimento lavorativo in agricoltura da parte di giovani disabili e il link video alle interviste realizzate ai ragazzi partecipanti.
La buona pratica si inserisce nelle azioni che hanno come obiettivo la creazione di possibilità lavorative per i giovani, la promozione dell’inclusione e la creazione di imprese sociali.
La “Fattoria Sociale” fa parte di un progetto di “intervento per la formazione dei cittadini disabili”, creato appositamente per i disabili dai 18 ai 35 anni. L’obiettivo è di acquisire competenze in agricoltura, allevamento e silvicoltura, ma con un supporto di rete progettata appositamente per le loro esigenze. Sociologi, psicologi e assistenti sociali, infatti, lavorano a fianco delle organizzazioni di formazione per creare un ambiente di apprendimento adatto e per aiutare i partecipanti a sfruttare al meglio le loro nuove competenze.
La formazione ha previsto l’insegnamento di come coltivare semi e piante da frutto, come prendersi cura di piante e terreni, e come implementare i processi di raccolta e controllo qualità, oltre a competenze più ampie come la sicurezza sul lavoro e l’IT per la gestione aziendale.
L’obiettivo futuro è quello di rendere meno probabile la possibilità di esclusione o discriminazione lavorativa delle persone con disabilità.
Più di 150 persone hanno preso parte alla Social Farm. Tra questi c’è anche Raffaele Salvia, che dice: “Penso che questa esperienza abbia migliorato la mia vita perché ora so che sono in grado di seguire un corso in classe e, soprattutto, posso aiutare altre persone nonostante la mia disabilità. Sono molto orgoglioso di questo. Ora spero di poter creare un’attività da solo“.