Dark Skies: progetti dedicati ai cieli notturni e alla tutela della biodiversità

L’opportunità di Matera (Basilicata) come Capitale Europea della Cultura 2019 sarà utile per conseguire un cambiamento politico regionale sul tema dell’inquinamento luminoso e sarà la base per la comunicazione e diffusione dei risultati ottenuti con la partecipazione al progetto Interreg NightLight.
Il programma Matera 2019, infatti, include un gruppo di attività intitolato Dark Skies, dedicato ai cieli notturni, all’astronomia e all’inquinamento luminoso.

Il piano di lavoro intende evidenziare la bellezza e l’importanza dei cieli bui nella zona, ma anche mobilitare la comunità regionale a contribuire alla protezione duratura di questa qualità naturale. Inoltre, esso mira a implementare nuovi modelli di innovazione sociale e occupazionale, collegati alla promozione e alla definizione di prodotti turistici diversi e sostenibili lavorando con cittadini e visitatori.

Grazie a questo tipo di nuovi processi, le persone non sono solo “utenti” ma fanno parte anche della progettazione dei percorsi di apprendimento sull’importanza della luce, sugli effetti sul paesaggio, sulla biodiversità e sul benessere, sperimentando la bellezza e la magia di un’atmosfera con il cielo scuro.

La Basilicata è una delle regioni “più buie” in Italia (www.lightpollutionmap.info) ma la qualità della luce e la sua distribuzione ancora si scontrano con la biodiversità e i valori della natura dei parchi presenti, in particolare per le città, come Matera, e gli insediamenti che si affacciano sulle aree naturali.

Quattro parchi coprono buona parte del territorio regionale e comprendono importanti habitat di uccelli migratori, mentre la popolazione è concentrata nelle città di Matera, Potenza e in quelle minori.
I valori dell’inquinamento luminoso sono molto diversi in tutta la Basilicata: la maggior parte del
territorio è esposto a un basso livello di emissione luminosa (da 0 a 0,4 W / m2), infatti nelle piccole città i valori vanno da 6 a 20, mentre nei centri più grandi si registrano più di 40 W/m2.

In generale, si può dire che il problema principale, relativo l’inquinamento luminoso, non è l’alto valore di radianza, ma piuttosto la qualità della luce e la sua distribuzione che si scontra con la necessità di preservare la biodiversità e gli aspetti naturali della regione.